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al testo di Robert Wasp Pirsig
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Mi fecero entrare nella chioma del Pelide. Sotto di essa un’orda di guerre e duelli e brevi pause sul kline (aggiungeranno una ics per chi raffredda). Così accadeva nella tenda mentre sulla piana mosconi e tafani sgraziavano gli argomenti di arti, con torti perché nella furia manca la lucidà di colpo. Avevo già venduto rotte aleatorie per approdi casuali con buona pace delle tratte turistiche. Un lavoraccio, lo riconosco, Antifo! Più della rosa che per catturare il sole salì sul ficus incuneandosi senza sfogliarlo. Privo di capo, il male non ha seguito e può essere il principio del bene. Come noi ora, andò a sedersi sullo scoglio che è la platea dell’orizzonte dove puoi vedere a fondo un sogno o un sarago con il suo argento, le pinne gialle e la macchia nera in coda mostrare la freccia mentre passa la caviglia. Lui non prestò attenzione, perché a colpirlo non bastavo le parole. Quale impulso rimise in campo il figlio di Teti? Il cambio di turno in amore con l’assente di turno. Eros rende schiavo chi ritiene schiavo l’amante fino alla contr'azione dei lumi. E si sa che la fiamma riscalda se si contengono le lingue. La vendetta non chiede argomenti a sostegno, ma furore con gemito.
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